In queste ore convulse, non solo assistiamo nuovamente alla solita tifoseria online tra
#pidioti e
#grullini , ma anche allo squallore dei maggiori responsabili del disastro, vale a dire i responsabili del dicastero delle infrastrutture nello scorso e nell’attuale governo, che fanno a gara nello scaricare il barile, anzi macigno, delle responsabilità su altri.
Essi dovrebbero avere in questo momento il pudore di tacere e farsi un esame di coscienza interrogandosi sul da farsi, visto che tralascino di affrontare con decisione le carenze istituzionali conclamate nella supervisione e vigilanza sulle concessioni pubbliche
Ha iniziato Delrio, con un improvvido tweet “a coccodrillo”, nel quale pero’ “dimenticava” di indicare anche i suoi quarti di responsabilità.
Lo hanno seguito a ruota i responsabili del nuovo governo, nella conferenza stampa a Genova il vp del consiglio
Luigi di Maio scarica tutte le responsabilità sui
Benetton (maggiori azionisti di
Autostrade per l’Italia S.p.A.) e sui governi precedenti (e sui media) che avrebbero preso soldi dalla famiglia .. glissando come da copione sulle responsabilità di sorveglianza e vigilanza del ministero.
Ora, molti dei talebani a favore o contro i governi attuali o passati, stanno cercando di convincerci che la colpa stia tutta da una parte (l’altra).
Noi sosteniamo invece che la responsabilità di governo presuppone e si sostanzia anche e soprattutto con il coraggio di prendere decisioni difficili nei momenti giusti.
Ad esempio, la querelle sulla cosiddetta “
Gronda” e’ assolutamente ininfluente, visto che in ogni modo la costruzione sarebbe cominciata solo a tragedia avvenuta: se il ponte era pericoloso (ed a quanto pare lo era ed i ministri competenti erano stati informati da anni, come testimoniano anche le interrogazioni parlamentari),
esso andava chiuso al traffico, dal precedente e/o da questo governo. Il resto sono solo chiacchiere.
Come chiacchiere sono, ormai, quella sulla segretezza dei contratti di concessione: essi sono ormai
pubblici dal febbraio 2018, con solamente le cifre “
commercially in confidence” sbianchettate … prassi del tutto normale.
Tutto bene quindi: No di certo! Nel caso del
ponte Morandi e di molti altri disastri alle infrastrutture del nostro paese (la
sequela di ponti crollati negli ultimi anni e’ impressionante …
Lecco;
Autostrada A14 giusto per ricordarne due eclatanti) ci deve far rendere conto che il problema non e’ la gestione, ma la mancanza di controllo e di vigilanza da parte del concedente (lo stato) sull’operato del concessionario (in questo caso Austostrade spa). Il tema non si può quindi risolvere annullando la concessione come vorrebbe fare il governo e peggio ancora nazionalizzando! Vanno dati invece gli strumenti al naturale “regolatore / supervisore” … quid della Agenzia Nazionale dei Trasporti? Quid del ruolo di vigilanza del dipartimento istituito presso il Ministero delle Infrastrutture?
Se una struttura deputata c’e’, la si faccia funzionare … se non esiste, la si crei e le si affidino i dovuti poteri.
La cosa essenziale e’ che esista chiara separazione fra il fornitore dei servizi (il concessionario) ed il concedente (il ministero), cosa che con il capitalismo clientelare attuale o con la nazionalizzazione non si può di certo assicurare.
Ora, mentre qualcuno ha già trovato il colpevole di comodo, (il progettista che avrebbe sbagliato i calcoli e deceduto ormai da anni), se per noi le responsabilità politiche sono chiare e risiedono nella mancata sorveglianza che il ministero avrebbe dovuto esercitare sul concessionario (ed in questo senso
Delrio e
Toninelli sono egualmente responsabili), noi confidiamo nella magistratura per quanto riguarda l’identificazione di eventuali responsabilità penali, anche se temiamo finisca come al solito…
Avanti cosi’, ci meritiamo questa classe politica e questo paese!
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P.S. 16/11/2018
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Riguardo presunta irresponsabilità del ministero, ciò non risponde al vero, come si desume dal testo della convenzione, con Art. 7 che specifica i poteri del concedente (vedi sotto) ed Art. 8 specifica le sanzioni. Mentono sapendo di mentire, attuali e passati governanti!
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AGGIOTAGGIO!
Spargere notizie senza fondamento giuridico o fattuale che fanno affondare un titolo in borsa come nel caso di #Atlantia facendo perdere soldi ai risparmiatori si chiama aggiotaggio, manipolazione del mercato. Ed e’ pure un reato. Dove stanno i difensori dei consumatori quando servono?
— Candidati Senza Voce (@Candid_S_Voce) 16 agosto 2018
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