Scrivo questa breve nota prendendo spunto da un articolo del Fatto Quotidiano segnalatomi da un amico ove Stiglitz sembra suggerire l’uscita della Germania dall’Euro come panacea di tutti i mali che ci permetterà di uscire dalla crisi felici e contenti.
Penso che il suo intervento sia volutamente provocatorio e quindi evito di definirlo una stupidaggine, anche per il rispetto che si deve ad un premio Nobel. Ho avuto anche occasione di partecipare ad una conferenza dove lui e Rifkin erano gli speakers di riferimento delle rispettive dottrine economiche ed ho avuto anche modo di scambiarci qualche parola e mi e’ sembrato tutto meno che un irresponsabile.
Stiglitz, che ha inserito questo concetto nella prefazione del suo libro “Freefall” non auspica in realtà la fine dell’euro, ma dice un’altra cosa, ben chiara: visto il rischio di avvitamento recessivo, le economie europee più in difficoltà (come quelle dei paesi latini Grecia, Spagna, Portogallo, Italia e forse anche Francia…) avrebbero bisogno di svalutare le proprie monete per tornare ad essere competitive, quindi, se la Germania tornasse al Deutsche Mark, potrebbero svalutare lo stesso euro.
Chi auspica la fine dell’Euro ed usa strumentalmente teoremi sviluppati da illustri pensatori per verificare il funzionamento dei loro modelli teorici, evidentemente non si ricordano le conseguenze drammatiche della svalutazione sui consumatori e sulle famiglie. E men che meno se lo ricorda il popolo (bue) che plaude a soluzioni che creerebbero piu’ problemi di quanti non ne risolvano.
A me le teorie economiche “monetaristiche” non convincono per nulla. Dalla cosiddetta “crisi” si esce solo utilizzando al meglio lo stock di capitale che già abbiamo, eliminare gli sprechi ed adottando modelli che siano più volti alla qualità della vita che non all’orgasmo consumistico ed al totem della cosiddetta “crescita”. Questo vuol dire, certamente, ANCHE agire dal lato della moneta, che e’ in realtà qualcosa di più etereo ed ingestibile della banconota che conosciamo o anche del nostro conto corrente (M1, M2, M3), ma soprattutto cambiare la testa della gente e di chi ci governa, cosa non facile.
Penso di poter riassumere il mio pensiero sulla materia (IMHO, come scrivono gli assidui internettari anglofoni … secondo la mia modesta opinione):
- Le politiche “monetariste” classiche nell’uno o nell’altro senso (svalutazione competitiva vs “quota 90” del Ventennio) sono manovre tattiche di corto respiro e potenzialmente distorsive molto spesso con finalità politiche interne
- Non esistono guru o mostri sacri intoccabili che hanno il vangelo rivelato. Fior fiore di economisti ci hanno messo del loro ad avviare i governi verso politiche economiche suicide, e l’economia non e’ una “scienza esatta” … criticare a ragion veduta costruendosi una propria opinione e rispettando quelle degli altri e’ lecito e finanche doveroso.
- A riprova del punto 2, mi pare che i cervelloni della Bocconi che ci governano non ci stiano stupendo con trovate geniale.
La morale: diffidate dei cosiddetti “esperti” … da questo punto di vista mi trovo molto piu’ vicino al pensiero di Noreena Hertz che di Stiglitz … se non sapete chi sia, googlatela e poi, se vi va, approfondite …

Eh via! – interruppe subito il dottore, aggrottando le ciglia, aggrinzando il naso rosso, e storcendo la bocca, – eh via! Che mi venite a rompere il capo con queste fandonie? Fate di questi discorsi tra voi altri, che non sapete misurar le parole; e non venite a farli con un galantuomo che sa quanto valgono. Andate, andate; non sapete quel che vi dite: io non m’impiccio con ragazzi; non voglio sentir discorsi di questa sorte, discorsi in aria.

Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…
Poi arrivarono i Grillini, Borghi, Bagnai, etc e finimmo per rivalutare gli “esperti” …