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IL 26 FEBBRAIO 1802 a Besancon (Francia) nacque
VICTOR HUGO
Caposcuola del romanticismo francese, sicuramente il maggiore poeta del sec. XIX e forse il più grande che la Francia abbia avuto. Nato dal generale (allora colonnello) Joseph-Léopold-Sigisbert Hugo e da Sophie Trebuchet, Hugo fu nella prima infanzia quasi sempre in viaggio, al seguito delle campagne del padre.La Restaurazione pose fine a questo vagabondare. Quel peregrinare da un luogo all’altro aveva colmato i suoi occhi di paesaggi pieni di sole ed eccitato la fantasia al sogno di mondi orientali, ch’egli, d’altra parte, mai conobbe ma che trasfigurò in immagini e personaggi ricreati dal ricordo. A diciassette anni due sue odi vennero premiate ai Jeux Floraux di Tolosa. Nello stesso anno, in collaborazione col fratello Eugène, studente al liceo Louis-le-Grand, fondò la rivista Le conservateur littéraire.
Nel 1822 i suoi primi scritti di intonazione monarchica e cattolica “Odi e poesie diverse”, gli fruttarono dal re Luigi XVIII una pensione di 1000 franchi che fu accresciuta nel 1823 per la pubblicazione di “Han d’Islande”. Lo stesso anno sposò Adele Foucher. Da questo matrimonio nacquero cinque figli. Sono di questi anni i suoi primi contatti con i circoli romantici parigini, primo fra tutti quello di Jacques Nodier alla Biblioteca dell’Arsenal. E’del 1827 il “Cromwell”, il dramma la cui prefazione è considerata giustamente il manifesto delle nuove teorie romantiche. Poiché il “Cromwell” era un dramma di troppo vasta mole per essere rappresentato, sulla base delle teorie esposte, portò sulle scene l'”Hernani” e Victor Hugo fu riconosciuto capo della nuova scuola romantica. Gli scritti si susseguirono allora numerosi: opere drammatiche (“Marion Delorme” 1831; “Il re si diverte” 1832; “Lucrezia Borgia”, “Maria Tudor”, “Rui Blas”, 1838); un romanzo (“Nôtre Dame de Paris”), quattro volumi di versi (“Le foglie d’autunno” 1831; “I canti del crepuscolo” 1835; “Le voci interiori” 1837; “I raggi e le ombre” 1840), e nel 1841 divenne membro dell’Accademia Francese.
Nel 1845 venne nominato da Luigi Filippo Pari di Francia, nel 1848 deputato all’Assemblea Costituente, dove fu uno dei più fieri avversari del presidente Luigi Bonaparte. Ma il colpo di stato del 1851 segnò per lui l’inizio dell’esilio, di quell’esilio che doveva durare fino al 4 settembre 1870. Furono letterariamente anni molti fecondi: nel 1853 pubblicò “Le punizioni”, aspra satira contro Napoleone III, nel 1856 “Le contemplazioni”, nel 1859 la prima serie della “Leggenda dei secoli” (il seguito uscirà nel 1877 e nel 1883), nel 1862 i “Miserabili”. Rientrò a Parigi dopo il crollo del III impero, entrò nel Senato nel 1876 e morì il 22 maggio 1885. Le sue esequie furono un’apoteosi; la sua salma fu lasciata per una notte sotto l’Arco di Trionfo dei Campi Elisi e vegliata da dodici poeti.
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Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…