BUONGIORNO
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IL 15 APRILE 1967 muore
ANTONIO DE CURTIS
DETTO TOTO’ (Il principe della risata)
Le ultime parole furono per Franca “T’aggio voluto bene,Franca.Proprio assai”
Erano le tre e trenta del 15 aprile 1967.
Totò aveva sempre espresso il desiderio di avere funerali semplicissimi. Alle 16 e 30 la salma di Totò giunse a Napoli accompagnata, dall’uscita dell’autostrada fino alla basilica del Carmine Maggiore, da una marea di folla. Il cuore di Napoli, che quel giorno era formato da almeno duecentocinquantamila persone, si era riunito per piangere la sua incolmabile perdita.
Il rapporto profondo tra il grande attore e la cultura teatrale napoletana, il senso tragico della vita, aveva trovato una felice risonanza in Totò, che non si stancava mai di dire che la miseria è il copione della vera comicità, che non si può far ridere se non si conoscono il dolore, la fame, il freddo, l’amore senza speranza, la disperazione della solitudine, e non perdeva occasione per ricordare gli anni disgraziati ed esaltanti in cui dopo le recite nei teatrini di provincia si ritrovava in certe squallide camerette ammobiliate, soffrendo per i pantaloni sfondati, la prepotenza esosa degli impresari, la cattiveria del pubblico senza educazione.
Nei suoi spettacoli Totò non si limitava a far ridere le persone, ma trascinava letteralmente il pubblico in un vortice di battute e situazioni, entusiasmandolo fino al delirio.Il suo volto rappresentò davvero una maschera unica anche grazie alla capacità di utilizzare quell’asimmetria che lo caratterizzava . Bisogna dire però che se il successo popolare fu eccezionale ed indiscutibile, la stampa non gli risparmiò critiche più o meno giustificate, sicuramente contrassegnate da un’eccessiva severità, dimostrando in questo di non capire il suo genio comico fino in fondo, perchè genio fu. Per molti anni Totò fu padrone del palcoscenico, recitando accanto ad attori famosissimi quali Anna Magnani e i fratelli De Filippo, in molte riviste di successo, continuando poi la sua carriera, com’è fisiologico, anche nel mondo del cinema.
Fra i riconoscimenti ottenuti nella settima arte si possono citare la Maschera d’argento (nel 1947), cui fece seguito nel 1951 il Nastro d’argento per l’interpretazione nel film “Guardie e ladri” di Steno e Monicelli. Totò scrisse anche diverse canzoni, fra cui vi è annoverata la celeberrima “Malafemmena”. Pubblicò anche una raccolta di poesie “‘A livella”, che fa seguito alla biografia “Siamo uomini o caporali?” di alcuni anni prima. Nel 1966 gli fu assegnato il secondo “Nastro d’argento” per l’interpretazione del film “Uccellacci e uccellini”, di Pier Paolo Pasolini. Ormai quasi cieco partecipò al film “Capriccio all’italiana” in due episodi: “Il mostro” e “Che cosa sono le nuvole” (sempre di Pier Paolo Pasolini).
E’ sepolto nella cappella De Curtis al Pianto, nel cimitero sulle alture di Napoli, che tanto aveva amato e da cui aveva ricevuto altrettanto amore.
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=436&biografia=Tot%F2


Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…