E’ considerato il più grave incidente atomico dopo Cernobyl.
Alle 14:46, ore locali, di quell’11 marzo, il nord-est del Giappone è stato colpito da un violentissimo terremoto di magnitudo 8,9 con epicentro sul fondo marino del Pacifico a circa 500 kilometri da Tokyo.
Il terremoto è stato causato da un forte sollevamento di una parte del fondale. Si è spostata di conseguenza tutta la massa d’acqua sovrastante, creando uno tsunami, ossia un maremoto, con onde alte circa 10 metri che sono penetrate fino a 10 kilometri nell’entroterra. Le vittime, secondo una prima stima, ammontano a circa 30000.
A questa tragica conseguenza se ne è aggiunta un’altra: Quando le onde di maremoto hanno investito la costa, quattro dei sei reattori nucleari della centrale sono stati sommersi e danneggiati gravemente..
La causa scatenante è stata naturale, ma nell’incidente di Fukushima – come in quelli verificatisi nel 1979 a Three Mile Island in Pennsylvania (USA) e nel 1986 a Chernobyl in Ucraina (URSS) – sono state determinanti le responsabilità umane.
I sistemi di sicurezza si sono rivelati insufficienti. Le pompe hanno smesso di funzionare, bloccando il raffreddamento dei reattori, e i dispositivi di riserva non sono entrati in funzione.
In seguito al blocco degli impianti di raffreddamento, si è verificata una serie di esplosioni con fughe di radioattività. Particolarmente pericolose quelle provenienti dal reattore 3, alimentato a Mox, combustibile contenente plutonio.Successive indagini hanno appurato gravi mancanze nel controllo e nella manutenzione di tali sistemi. Secondo quanto ammesso dagli stessi responsabili della Tepco, le valvole della temperatura di un reattore, ad esempio, non erano state esaminate per 11 anni, mentre altre verifiche, presentate come accurate, erano approssimative: 33 pezzi dei reattori non erano stati revisionati.
La situazione è stata ulteriormente peggiorata dal fatto che, per ridurre i costi di gestione della centrale nucleare, non siano state trasportate altrove le barre di combustibile già usate, ma accumulate all’interno della centrale stessa.Secondo uno studio commissionato da Greenpeace a Helmut Hirsch, esperto tedesco di sicurezza nucleare, l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima avrebbe rilasciato un tale livello di radioattività da essere classificato di livello 7.Tale livello, in base alla scala INES (scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici), è quello di massima gravità. Particolarmente preoccupanti gli effetti della diffusione di radioattività in un paese ad alta densità demografica come il Giappone:
Stimare i danni e le ripercussioni, ambientali, sanitarie, politiche e sociali, causati dall’incidente di Fukushima è forse impossibile. Forse un bilancio più realistico di quelli che da quel marzo 2011 si susseguono sarà possibile farlo tra trent’anni: tanto infatti ci vorrà per mettere completamente in sicurezza i reattori danneggiati dal maremoto. Anni ci vorranno per capire quanto le stime sui rischi per la salute per le persone provenienti dalle regioni ad alta e moderata contaminazione combaciano con i dati reali. E tempo ci vorrà per capire quanto osservato, come l‘aumento dei tumori alla tiroide nei bambini,sia o meno un effetto direttamente imputabile al rilascio di radiazioni.
http://www.wired.it/
…/anniversario-fukushima-cosa-e-succes…/
foto dal web
La radioattività in mare di fronte alla centrale di Fukushima risulta migliaia di volte superiore ai livelli di norma: è quindi pericoloso mangiare pesce.
Anche l’acqua potabile di Tokyo presenta una radioattività doppia rispetto al livello normale: è stato quindi consigliato di non farla bere ai bambini.
È stato anche raccomandato di non mangiare verdure provenienti dalle aree contaminate.
Ancora incalcolabili gli effetti sanitari nel tempo per la popolazione.


Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…