La recente nota ISTAT (I CONTI NAZIONALI PER SETTORE ISTITUZIONALE) contiene alcuni elementi interessanti.
- La propensione al risparmio delle famiglie aumenta (+8.1%) per via del rallentamento della spesa per consumi finali e di una lieve accelerazione del reddito disponibile
- L’aumento del potere d’acquisto delle famiglie (+0.9%), in recupero, nonostante la frenata negli ultimi due trimestri dell’anno.
- Il tasso di profitto delle società non finanziarie (+41,7%) continua a scendere dal 2016 a causa soprattutto del rallentamento della dinamica del valore aggiunto.
Va detto che tutti questi numeri vanno presi nella loro interezza, onde evitare facili entusiasmi o catastrofismi nel caso invece si volesse soffermarsi su uno solo di essi, allo scopo di corroborare le nostre convinzioni politiche o ideologiche.
Se, ad esempio, la propensione al risparmio aumenta dello 0.3% (dal 7.8% al 8.1%, ma sempre inferiore ai risultati di 2013, 2014, 2015 e 2016), non si può non notare come questa sia effetto principalmente della compressione dei consumi, indice di poca fiducia nel futuro e poca propensione all’investimento.
Quanto alla risalita del potere d’acquisto (più 0.3 punti percentuali, dal + 0.6 del 2017 allo 0.9% del 2018, confermando una tendenza positiva che dura dal 2014), essa non ha ha portato al recupero della quota di risparmio che caratterizzava il loro comportamento prima della crisi iniziata nel 2008.
Queste considerazioni sono evidenti nei grafici sottostante, che invitiamo tutti i commentatori a considerare, prima di lanciarsi nella rituale apologia del governo in carica o correre in strada per stracciarsi le vesti.
L’Italia e’ un paese in difficoltà, non in grado di tenere il passo con gli altri competitors più dinamici già da qualche lustro … cerchiamo di riflettere su questi fondamentali strutturali invece di lanciarsi in beghe da comari … uno zero virgola rimane sempre uno zero virgola.


Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…