Orbene, le ennesime elezioni politiche in Spagna ci hanno consegnato alcuni risultati interessanti che commentiamo “a caldo”.
Se da un lato il PSoE di Sanchez ha fatto un balzo in avanti ed ha confermato la sua resurrezione, il quasi 30% ricevuto non e’ sufficiente per formare un governo monocolore e quindi il programma dovrà essere discusso con i partners “naturali”.
Quali siano questi partners “naturali” e’ tutto da (ri)verificare, visto che le divisioni nella politica spagnola sono molto forti.
Se, infatti, il movimento populista “di sinistra” Podemos di Iglesias ha sostenuto dall’esterno il governo di minoranza socialista, succeduto al tracollo del governo Rajoy neppure un anno fa, esso e’ stato ridimensionato dall’elettorato ed e’ evidente che questa erosione continuerà se non si distinguerà nei toni più “radicali” rispetto alla formazione di Sanchez.
E ciò a maggior ragione, visto che il governo del PSoE ha adottato strategie elettoralistiche tipiche delle formazioni populiste (aumento salari minimi, assunzioni massicce nella pubblica amministrazione, etc)
Sara’ anche molto difficile arrivare un accordo con il partito “liberale” Cidudadanos guidato da Rivera, che sostenne il goveno di minoranza di Rajoy e le le cui “ricette” proposte sono radicalmente diverse da quelle social-populiste descritte sopra.
Qualcuno potrebbe sostenere che esista un “collante” europeista che potrebbe consentire di formare un governo su questi temi … beh, al di la’ del fatto che questo ci suona alquanto improbabile visto che la campagna elettorale non si e’ giocata su questi temi (visto che non c’è stato un election day con le imminenti elezioni europee) in questo senso la sconfitta del Partito Popolare, ora guidato da Casado non e’ una bella notizia … la radicalizzazione “di destra” ha portato allo scoperto le pulsioni più retrive e reazionarie della società iberica, con il movimento “Vox” che ha superato il 10% ed ora rappresenta fieramente e direttamente quanto prima nascosto e calmierato dal conservatorismo tradizionale dei popolari.
In conclusione, e’ ancora tutto da giocare.
Non solo la partita per assicurare alla Spagna stabilita’ (e qui non entriamo nella discussione sulla questione Catalana, che ha la sua importanza ma richiederebbe una lunga digressione), ma anche e soprattutto quella sulla sostenibilità della ripresa economica e dell’equilibrio della finanza pubblica, che rischia di essere messa a repentaglio da una rincorsa al populismo di governo, dato che gli appuntamenti elettorali non sono ancora terminati (le già ricordate europee e forse nuove elezioni politiche in caso non si riesca a formare un governo).
Invitiamo perciò nuovamente gli amici “di sinistra” ad evitare di crearsi un nuovo idolo come prima di loro Blair, Schroeder, Zapatero, Hollande, etc …


Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…