Alcune amiche di CSV ci hanno segnalato allarmate che sul certificato pervenuto in questi giorni e che deve essere presentato ai seggi istituiti per le votazioni alle Europee da ambasciate e consolati in giro per l’Europa, unitamente al cognome da nubile e’ riportato anche quello del marito.
Ora, l’inquietudine proviene dal fatto che, a seguito della riforma del diritto di famiglia del 1975, che ha sancito la parità dei diritti e doveri tra marito e moglie, moltissime donne hanno conservato il proprio cognome nei loro documenti di identità ufficiali, che non riportano il nome del marito … da qui la legittima domanda se potranno votare, visto che il cognome indicato nel certificato e’ difforme da quello su passaporto o carta d’identità.
La domanda e’ certamente legittima e sara’ nostra cura domandare lumi.
Dobbiamo pero’ sgombrare il campo da un equivoco di fondo: anche a voler pensar male (un rigurgito di patriarcato da parte di un governo che strizza l’occhio alle parti piu’ retrograde della societa’ italiana, anzi ne e’ parte integrante), in realtà e’ proprio il nostro attuale ordinamento che conserva un retaggio della società che fu, precisamente all’art. 143 bis del codice civile, che riguarda il cognome della moglie.
Dispositivo dell’art. 143 bis Codice civile
→ LIBRO PRIMO – Delle persone e della famiglia → Titolo VI – Del matrimonio → Capo IV – Dei diritti e dei doveri che nascono dal matrimonio
La moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito (1) e lo conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze
Rimanete sintonizzate, se e quando avremo notizie ve le forniremo …

AGGIORNAMENTO 21/05/2019: abbiamo richiesto spiegazioni a Farnesina ed autorità diplomatiche italiane in UE tramite Twitter. Rimaniamo in attesa di risposta.


Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…