MA ABBIAMO IMPARATO QUALCOSA?
Diego Massarente
Domani 23 maggio 2019 tutti noi italiani ricorderemo il giudice Giovanni Falcone e sua moglie, Francesca Morvillo, barbaramente uccisi dalla mafia sull’autostrada Palermo-Punta Raisi all’altezza di Capaci. Nell’agguato morirono anche tre agenti di scorta: Rocco Di Cillo, Vito Schifani ed Antonio Montinaro.
Domani avremo, come sempre, un ipocrita senso delle istituzioni; guarderemo film a lui dedicati e magari, si terranno dibattiti sull’argomento…. Ma solo domani.
Dalla morte di Falcone cosa abbiamo imparato? Niente!
Abbiamo forse cambiato atteggiamento nei confronti delle istituzioni? Abbiamo forse cercato un nuovo senso civico? Assolutamente no!
Siamo sempre li a cercare chi ci toglie le castagne dal fuoco e, siamo ridotti così male che ormai non ci si preoccupa più neanche di informarsi su cosa accade nel mondo. Il “Chissenefrega”, ormai è il nostro motto.
Un monologo memorabile del film “i cento passi” (film sulla storia di Peppino Impastato), dice “siamo noi la mafia, noi la vogliamo, perchè ci da lavoro e sicurezza”.
Nella politica contemporanea si usa lo stesso atteggiamento che usavano le cosche per screditare i magistrati che lavoravano. Addirittura arrivano dai vari schieramenti politici attacchi personali nei confronti degli avversari.
Ma a qualcuno interessa fermare il fenomeno? A qualcuno interessa vivere nella legalità libero dalla morsa mafiosa?
No! Abbiamo il Paese con più leggi a livello mondiale dove una norma esclude l’altra.
Se chi legifera lo fa per garantire a pochi dei privilegi in cambio di poltrone che atteggiamento adotta?
Ma ecco che arriva l’orgoglio italiano il giorno degli anniversari delle morti di mafia.
Domani il giudice Falcone sarà innalzato alla gloria dei cieli per poi essere dimenticato il giorno dopo.
Le vittime si commemorano prendendo esempio dalle loro azioni.
Lo Stato deve metterci in condizioni di non accettare compromessi al limite della legalità.
Ancora oggi parlare di mafia è difficile e spesso il temine lo si collega ai traffici illeciti, quando ormai è risaputo che in molte dirigenze ci sono infiltrazioni criminali.
Vogliamo vincere la mafia? Sì? Cambiamo atteggiamento.
Facciamo in modo che i delinquenti stiano in galera per il tempo previsto dalla legge. Per i corrotti e per i corruttori le pene devono essere severe,
Vogliamo che i nostri giovani siano al sicuro e che non si facciano sedurre dalle tentazioni mafiose?
Creiamo per loro posti di lavoro evitando di aver bisogno della mafia che, con chiunque, si comporta peggio di una puttana di alto borgo, facendogli credere di essere intoccabile senza ricordargli però, che le sue prestazioni vanno in qualche modo pagate.
Diamo ai nostri figli la possibilità di scegliere.
“la mafia è un fatto umano e come tale ha un inizio e deve avere una fine”. Questo diceva Falcone.
Allora se è un fatto umano possiamo sconfiggerla.
Dipende solo da noi.


Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…