
La magistratura svolge la sua funzione senza condizionamenti in piena libertà, com’è giusto che sia, di solito la fase di accertamento dura mesi se non anni. Ogni indagine ha la sua impronta, i suoi tempi, la sua delicatezza.
Ogniqualvolta che gli indagati sono uomini politici, i magistrati inquirenti sono bersaglio di critiche di vario genere; possiamo ricordare che, immancabilmente, nei loro confronti, scatta l’accusa di dipendenza ideologica o meno e l’abbinata proposta-richiesta della separazione delle carriere ecc..
Ciò nondimeno, è innegabile che le indagini, che riguardano uomini politici, in particolare, se ed in quanto ” esplosi ” durante la campagna elettorale, hanno conseguenze sul risultato del voto .
A questo punto, legittimamente, una domanda si pone, c’è rimedio ?
Sarebbe sufficiente non ufficializzare i risultati, non notificando gli avvisi di garanzia od altre decisioni, nei due mesi prima della votazione.
Ai fini dell’eventuale prescrizione, questo periodo, si può non conteggiare; come pure, si possono gestire eventuali altre problematiche consequenziali.
I giuristi e la commissione parlamentare, in ogni caso, possono affrontare il problema e trovare una soluzione.

Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…