… non che già contassimo granché, ma partivamo con due pilastri (BCE con Draghi e Parlamento Europeo con Tajani) e ci ritroviamo con la seconda istituzione solamente, dove sono più le dinamiche dei gruppi politici a contare rispetto ai giochi di potere fra gli stati membri.
Magra consolazione la nomina di una francese alla BCE … pur screditata dopo lo scandalo dei messaggini a Sarko, almeno la Lagarde ha dalla sua il pregio (relativo) di non essere tedesca.
Per un giudizio definitivo aspettiamo la nomina della Commissione. Ricordiamo che lo scorso “giro” in un delirio di onnipotenza imperiale il governo italiano impose la Mogherini come “lady PESC) alla testa del servizio esterno nell’ottica di stabilire una politica comune su temi come quello dei migranti, allora in fase di vera emergenza, della politica da tenersi su Siria, Libia, etc.
Tentativo che naufrago’ visto che a tutt’oggi ognuno fa per sé. Al danno si unisce la beffa in quanto Juncker ridusse di molto i margini di autonomia ed il portafoglio della Mogherini si ridusse presto ad una scatola vuota.
Inoltre, nel far ciò, l’Italia rinunciò ad un dicastero strategico come commercio, industria o agricoltura … non un buon affare, come avemmo a scrivere all’epoca.
Ora, il colore del governo Conte non corrisponde per nulla a quello della Commissione né a quello della maggioranza parlamentare … andranno trovate figure di compromesso se non si vuole ripetere la figuraccia della bocciatura come fu per Buttiglione all’epoca.


Massimo Bernacconi é l’anima di Candidati Senza Voce, nonché l’elemento trainante…