Un ricordo di Giuseppe Angelini
“Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai“
Il cadavere fu ritrovato il 16 agosto 1924
Matteòtti, Giacomo. – Uomo politico italiano
Più volte deputato, fu segretario del Partito socialista unitario (1922). Convinto antifascista, fu ucciso in seguito alla denuncia che aveva fatto dei brogli commessi dai fascisti durante le elezioni del 1924. Il suo assassinio costituì il prodromo della soppressione del regime parlamentare.
Di formazione giuridica venne eletto alla Camera nel 1919, 1921 e 1924; come parlamentare sostenne la riforma agraria e la polemica antiprotezionistica, mentre, testimone degli esordî dello squadrismo padano, maturava un antifascismo senza cedimenti.
Il 30 maggio 1924, alla riapertura della Camera, tenne il famoso discorso che denunciava le violenze e i brogli commessi dai fascisti nella recente campagna elettorale; aggredito e rapito il 10 giugno successivo da sicarî fascisti, il suo cadavere fu ritrovato il 16 agosto
La sua morte, la cui responsabilità, quanto meno politica, era palesemente attribuibile al PNF e allo stesso Mussolini, provocò la grave crisi politico-parlamentare culminata nella secessione dell’Aventino e conclusasi con il discorso di Mussolini del 3 genn. 1925. I sicarî furono processati nel 1926, condannati a pene nominali e presto rilasciati; nuovamente processati nel 1947, furono condannati a pene più severe.
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Fonte : Enciclopedia Treccani

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