Havel è stato anche uno degli esponenti più importanti della Rivoluzione di Velluto (1989), la rivolta non violenta che contribuì a rovesciare il regime comunista cecoslovacco.
Ricorrono quest’anno trentadue anni dalla caduta dei muri. Trentadue anni da quella rivoluzione di velluto (1989), la rivolta NON violenta di cui Havel e’ stato uno degli esponenti piu’ importanti, che contribui’ a rovesciare il regime comunista cecoslovacco e mostro’ il solco di un’Europa ancora possibile. Un’Europa fatta di uomini e donne che ancora confidano e sperano in una libertà che non sia dissociata dalla responsabilità e in un ethos comune dove politica e giustizia non siano dissociate in nome di un impersonale legalismo.
VACLAV HAVEL una grande personalita’ carismatica ma semplice ed avvicinabile … Massimo Bernacconi, amministratore di CSV: ”lo ricordo al Kavarna Slavia, a due passi dal suo ufficio … anche se nessuno lo importunava, rispondeva sempre con un sorriso o un cenno con la testa a chi incrociava il suo sguardo; mi fece scrivere dalla sua segretaria per scusarsi di non poter partecipare ad un evento su democrazia e media che organizzammo al castello di Brandys nad Labem visto che stava partendo pet USA e curarsi … da li’ a poco ci avrebbe lasciati, e con lui un certo modo di essere nelle istituzioni … la distanza dal “palazzo” e dal “castello” si sente eccome.”
1990, località Poříčí (vicino a Trutnov), manifesto di Václav Havel in bacheca
Scriveva ancora Havel nel 1975: «La totale umiliazione dell’uomo viene contrabbandata come sua definitiva liberazione; l’isolamento dalle informazioni viene chiamato divulgazione; la manipolazione autoritaria è chiamata controllo pubblico del potere, e l’arbitrio, applicazione dell’ordinamento giuridico; il soffocamento della cultura si chiama suo sviluppo, la pratica sempre più diffusa della politica imperialista viene spacciata come sostegno degli oppressi; la mancanza di libertà di espressione come la forma più alta di libertà; la farsa elettorale come la forma più alta di democrazia; la proibizione di un pensiero indipendente come la concezione più scientifca del mondo; l’occupazione viene spacciata per aiuto fraterno. Il potere è prigioniero delle proprie menzogne e pertanto deve continuamente falsificare. Falsifica il passato. Falsifica il presente e falsifica il futuro. Falsifica i dati statistici. Finge di rispettare i diritti umani. Finge di non fingere. L’uomo non è obbligato a credere a tutte queste mistificazioni, ma deve comportarsi come se ci credesse, o per lo meno deve sopportarle in silenzio o almeno comportarsi bene con quelli che con esse operano. Pertanto è costretto a vivere nella menzogna. Non deve accettare la menzogna. Basta che abbia accettato la vita con essa ed in essa. Già così ratifica il sistema, lo consolida, lo fa, lo è».
CSV: GRAZIE HAVEL!
