Di Massimo Bernacconi , CSV Bruxelles
TANTA VOGLIA DI FORCAUn ragazzino di 15 anni, promessa dell’automobilismo internazionale, vince una gara in Portogallo e decide di salutare i suoi sostenitori dal podio con un gesto di dubbio gusto e ride sguaiatamente durante l’inno internazionale. Ora, il gesto di dubbio gusto e’ una sorta di saluto (antico) romano stile gladiatore, visto parecchie volte nei film e serie televisive: due colpi sul petto e braccio teso in avanti. Molti commentatori vi hanno visto un saluto nazista e la FIA ha aperto una inchiesta.Alcuni elementi aggiuntivi ma non secondari: il ragazzino in questione e’ russo ma, a causa del divieto di correre sotto la bandiera di quel paese imposto come sanzione per i fatti in corso in Ucraina, egli corre con licenza e bandiera italiana: l’inno in questione e’ quindi quello di Mameli.Il web si e’ quindi scatenato nella sua usuale spinta giustizialista ed i propositi piu’ bonari che si sentono in giro sono quelli di una squalifica a vita, incuranti del fatto se effettivamente si sia trattato di una apologia del nazismo e se, soprattutto, il ragazzino abbia capito le implicazioni politiche storiche emotive sociali connesse alla situazione internazionale.Se una punizione va data, essa deve essere proporzionale alla gravita’ ed all’intenzione del gesto, non una “punizione esemplare” di stampo politico, completamente decontestualizzata. Un singolo individuo, oltretutto minorenne ed al di sotto della soglia di punibilita’ nella gran parte dei paesi civili non puo’ essere il capro espiatorio per soddisfare la voglia di sangue della folla con le torce ed i forconi che si prepara al pogrom contro gli elementi percepiti come antisociali in quel preciso momento storico. Viviamo i nostri valori con coerenza e non riduciamoci al livello di coloro che non li praticano.
