I dati pubblicati dal Governo, attraverso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, mostrano un’Apocalisse Italia, il Belpaese é in grave difficoltá e senza buone prospettive.
Facendo una rapida sintesi dei dati, emerge che l’economia italiana, nonostante la ripresa post-COVID non é affatto in buona salute e si appresta ad una recessione che durerá almeno due o tre anni.
Questo é dovuto anche ad una Pubblica amministrazione vorace che determina una spesa in continua crescita, anche grazie ad investimenti bizzarri come il canale televisivo It’sArt voluto dal Ministro Franceschini.
Il Governo prevede di tagliare la spesa anche attraverso il pensionamento dei dipendenti pubblici. Sappiamo peró che queste promesse vengono fatte ogni anno e che in passato non hanno avuto seguito.

Un altro contributo alla recessione é dovuto alla Bilancia dei pagamenti negativa, ovvero il valore delle esportazioni é minore di quello delle importazioni, trainate dal esponenziale aumento del costo delle materie prime e dell’energia.
L’edilizia é in crescita, ma non é un buon segno
In questa débacle economica l’unica nota positiva viene fornita dal settore delle costruzioni, sebbene questa non sia una notizia rallegrante.
Il mercato dell’edilizia é in ripresa da diversi anni, ma soltanto perché sostenuto da contributi fiscali piú che generosi come la detrazione del 110% che si aggiunge alle piú svariate dal 50% per i lavori edili ai contributi per miglioramento teconologico del 90%, tutte precedute dalle detrazioni del 36%, del 41% e chi piú ne ha piú ne metta.
Lo scenario “dopato” dell’edilizia sembra non avere prospettive a lungo termine e giungerá al punto di rottura quando gli incentivi fiscali verranno sospesi, con il rischio di creare una serie di fallimenti a catena nel settore tra piccole e piccolissime imprese edili, che non dispongono di adeguati ammortizzatori.
L’Italia sociale
In questa “Apocalisse Italia” in cui l’economia sembra non avere ripresa, la condizione della societá e delle politiche sociali é perfino peggiore.

L’Italia é sull’orlo di un baratro demografico e la popolazione, cresciuta costantemente dal 1861, é ormai in calo dal 2020.
Oltre ció, le previsioni sono perfino piu negative, indicando una regressione demografica per i prossimi cinquant’anni che potrebbe portare ad una riduzione di olte il 25% della popolazione.
In questo scenario il dato che spaventa maggiormente non é la disoccupazione sempre piú alta rispetto alla UE, non é neppure l’indice di povertá assoluta in crescita, anche se con un rallentamento al nord.
Il dato piú triste e spaventoso é la maggiore povertá delle famiglie che hanno figli e non possono contare su anziani per la contribuzione al reddito, quindi che non possono fare conto su una pensione per far quadrare i conti.
Le famiglie con due o tre figli superano il 15% di indice di povertá, ovvero una famiglia numerosa su sei in Italia vive in condizione di povertá assoluta.

Appare chiaro che in una situazione di questo tipo, garantire un futuro ai figli senza l’aiuto di un sistema di welfare davvero efficace, diventa davvero difficile per molte famiglie.
Apocalisse Italia
Il titolo puó sembrare esagerato, ma come puó occuparsi dei giovani un Paese che non riesce a trovare le risorse per pagare le pensioni?
Sembra che la scelta sia prettamente generazionale e che la classe politica italiana abbia da tempo deciso di favorire gli anziani in quanto elettori fidelizzati e poco propensi al cambiamento, invece di puntare sui giovani, molto piú attenti ai risultati.
Le previsioni del Governo sono chiarissime; se l’Italia non cambierá direzione in fretta il futuro sará ben piú scuro di quanto potremmo mai immaginare.

Marco é un Genovese esperto di edilizia con studi accademici in ambito giuridico e politico. Da qualche anno é espatriato in Irlanda e lavora nel Regno Unito occupandosi di sicurezza sul lavoro e qualita aziendale. E’ autore per Candidati Senza Voce dal 2018.